La liquefazione delle sabbie è un fenomeno che può manifestarsi a seguito di forti terremoti e interessa strati superficiali di terreno a granulometria medio fine (sabbie e argille). In occasione di una scossa sismica, la pressione di contenimento dei sedimenti può aumentare con conseguenza di una fuoriuscita di acqua mista a sabbia che può generare piccoli vulcanelli di sabbia. La riduzione del vulume che ne fa seguito produce assestamenti e cedimenti del suolo con apertura di fessure limitate. Il fenomeno della liquefazione delle sabbie si è presentato in alcune zone interessate dall'ultimo terremoto in Emilia, ma fu registrato anche in quello del Friuli, nel 1976, come si può osservare dalle due immagini sottostanti.

Entrambi i casi furono osservati nelle vicinanze di Majano, una della zone maggiormente colpite dal sisma, che dista 8 KM da San Daniele del Friuli. La liquefazione delle sabbia può causare sprofondamnenti o ribaltamenti di edifici sovrastanti, come si verificò in Giappone durante il terremoto di Niigata del 1964 (da Wikipedia).
Nel video seguente il fenomeno della liquefazione delle sabbie è stato riprodotto facendo uso di un secchiello da spiaggia e di sabbia.
Guardatelo bene fino in fondo: il mattone rappresenta un edificio sopra un terreno sabbioso intriso d'acqua e inizialmente rimane stabile sopra la sabbia. Ma se il secchiello viene sottoposto a sollecitazioni, il mattone a poco a poco sprofonda. Al contempo una miscela di acqua e sabbia straborda dal secchiello. Complimenti all'autore del video.
Fonte delle foto in bianco e nero: Studio geologico dell'area maggiormante colpita dal terremoto friulano del 1976 a cura di Bruno Martinis.