Il terremoto che nella notte tra il 23 e il 24 agosto ha devastato il centro Italia è una conseguenza del lento movimento della zolla africana contro la zolla euro asiatica.
In questo post sono spiegati in dettaglio i meccanismi che portano al manifestarsi di un terremoto, come conseguenza degli imponenti movimenti della zolle che formano la litofera, dell’energia che si accumula per secoli lungo le fratture e dello scatenarsi della scosse sismiche quando il limite di rottura è stato raggiunto.
La dorsale appenninica è zona tettonicamente attiva, perché è proprio qui che si colloca il limite tra la zolla africana e quella euroasiatica, con tutto l’insieme di fratture lungo le quali si accumula l’energia elastica che prima o poi darà origine a un terremoto. Come si evince dalla figura, tutta l’Italia è sismica, ad eccezione del Piemonte e della Sardegna, che tuttavia possono risentire di potenti terremoti che si verificano nelle regioni vicine.
Tutti i terremoti avvenuti negli ultimi decenni in Italia, da quello del Friuli a quello di ieri sono causati dallo scontro tra la placca africana e quella euro asiatica e avvengono solitamente lungo faglie attive, ma anche lungo fratture di neoformazione.
Il sisma di Amatrice è molto simile a quello dell’Aquila, ma l’epicentro è stato più superficiale e la magnitudo leggermente inferiore. Questo sisma, come tutti gli altri, accende il dibattito sulla previsione dei terremoti. A tutt’oggi non esistono modelli matematici che possano far prevedere che avvenga un terremoto in una tal zona, in un dato giorno né la sua intensità. Questo perchè le variabili in gioco sono troppo numerose e perchè le faglie sono sotterranee e quindi non direttamente osservabili, nè è possibile valutare il loro stato di tensione. Le previsioni sono di tipo statistico. Basandosi sulla storia degli eventi sismici in Italia nei secoli passati, i geologi conoscono le zone ad alto rischio, dove lo scatenarsi di un terremoto è più probabile che in altre parti. L’unico tipo di "previsione" rimane la prevenzione, ossia i manufatti vanno costruiti secondo criteri antisismici che sono descritti in apposite normative.
Il terremoto del 24 agosto è stato più devastante di quello dell’Aquila per i seguenti motivi:
In questo post sono spiegati in dettaglio i meccanismi che portano al manifestarsi di un terremoto, come conseguenza degli imponenti movimenti della zolle che formano la litofera, dell’energia che si accumula per secoli lungo le fratture e dello scatenarsi della scosse sismiche quando il limite di rottura è stato raggiunto.
La dorsale appenninica è zona tettonicamente attiva, perché è proprio qui che si colloca il limite tra la zolla africana e quella euroasiatica, con tutto l’insieme di fratture lungo le quali si accumula l’energia elastica che prima o poi darà origine a un terremoto. Come si evince dalla figura, tutta l’Italia è sismica, ad eccezione del Piemonte e della Sardegna, che tuttavia possono risentire di potenti terremoti che si verificano nelle regioni vicine.
- mancanza di scosse premonitrici, che avrebbero messo in allarme la popolazione;
- epicentro superficiale che ha amplificato le distruzioni;
- manufatti in genere vetusti.
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