mercoledì 25 aprile 2007

Invertebrati

Gli Invertebrati comprendono 9 Phila, di cui fanno parte i Platelminti i Nematelminti e Anellidi. Questi tre sono più comunemente detti "vermi". In inglese "worm". Questi mansueti serpentelli bonsai hanno il loro omologo informatico. Un worm è un particolare virus informatico che, se residente in un computer, ha il brutto vizio di inoltrarsi a tutti gli indirizzi di posta elettronica contenuti nella rubrica.
Qualche tempo fa ricevetti una mail da una mia amica con uno strano allegato. Un piccolo gioco che mi guardai bene dall'aprire (infatti era un virus) , ma il fatto più strano fu che questa mia amica giurò che quella mail non era roba sua. Poi siccome la stessa mail era arrivata anche ad altri contatti della sua rubrica, dovette ammettere che l'untore era il suo computer. La storia ebbe un lieto fine, perchè riuscì a eliminare il virus.
Esiste un modo per sapere se nel nostro pc risiede un worm non rilevato dall'antivirus. Create un nuovo account nel vostro client di posta elettronica (Outlook, Outlook Express, Eudora, Incredimail...) assegnandoli un nome a caso che sicuramente non esiste, per esempio affezionatoworm@pincopallino.abc e lasciatelo lì.
Se un giorno il Server Smpt del vostro provider vi manda (in automatico) una notifica di indirizzo e-mail inesistente, capirete che il vostro programma di posta ha inviato una mail a quell'indirizzo e, non essendo stato voi in persona ad averlo inviato, concluderete che è stato un virus a spedirlo in automatico a tutti i contatti, compreso quello inesistente. A questo punto siete nei guai, meglio prevenire il disastro con un buon antivirus e aggiornarlo ogni giorno.
Naturalmente per gli utenti Mac e Linux questi problemi non esistono.
Ciao, al prossimo trucco.

domenica 22 aprile 2007

Web 2.0 e premio Nobel

Finalmente. Era ora. Chi ha avuto questa idea meriterebbe il premio Nobel. Se non altro perché non ti costringe all’acquisto di costosi software e ti fa trovare tutto in rete. Internet non è più un grande ipertesto di pagine statiche realizzate da pochi addetti ai lavori, ma si sta trasformando in una sorta di “comune intellettuale”, una piattaforma in cui tutti possono scambiarsi e condividere tutto: documenti, immagini, video e soprattutto pensieri. Gratis o quasi. E’ veramente il paese di Bengodi, siamo tutti in fibrillazione, anche perché, come recentemente ha detto finch, per sfruttare il Web 2.0, basta (ovviamente) un computer e solamente un programma di navigazione (in gergo un”browser”). La rete sta finalmente assumendo un volto umano, perché è alla portata di tutti, i progetti partecipativi si moltiplicano, sono nati YouTube, MySpace, Wikipedia, Flickr, e monta inarrestabile la marea dei blog.
Ma è davvero tutto così bello? Tutto così facile? Il dubbio mi è sorto, anzi mi si è consolidato, quando ho aperto questo blog. Oltre ai dati anagrafici mi si chiedono i miei libri preferiti, i film che ho visto recentemente, i miei passatempi e via curiosando. Essendo un diffidente per natura mi sono chiesto perché vogliono sapere da me tante cose. In un primo momento sono portato a rispondere che in fin dei conti mi offrono un servizio gratis e in cambio mi chiedono alcune cosucce di poca importanza, tra l’altro facoltative. Però se non scrivi niente, non è il massimo per i visitatori che vogliono conoscere il tuo “profilo” e magari se non trovano una riga scritta poi non vengono più a trovarti.
E ancora mi sono chiesto se il web 2.0 è stata un ‘evoluzione spontanea o un progetto pensato a tavolino. Adesso lo sanno anche i sassi: questo radicale processo di liberalizzazione della comunicazione è gestito da Google, Yahoo!, Microsoft e chi per loro, i padroni della rete, come le “sette sorelle” sono le padrone del petrolio a livello planetario. Qui il discorso si fa paradossale, perché non sono loro ad offrirmi con solerzia e generosità un servizio, ma sono io al loro servizio. Loro mi hanno dato una serie di pagine bianche, io le dovrò riempire. Non ha importanza quello che scrivo, posso anche non scrivere nulla, a loro interessa solamente aumentare all’infinito il numero dei propri affiliati, per impadronirsi dei loro indirizzi e-mail, dell’home page del browser, dei loro gusti culturali e dei loro passatempi preferiti. I margini speculativi sono inimmaginabili. A me viene offerto un mezzo, ma l’energia per farlo funzionare la metto io. Geniale e diabolico allo stesso tempo. Il premio Nobel se lo meritano per questo.

venerdì 20 aprile 2007

Informazione o comunicazione?

E' la domanda che mi sto ponendo. La gran massa degli utenti usa Internet per notizie (ricerche, lettura di giornali, "notizie alternative") video, consultazioni on - line... Molti "addetti ai lavori" negano alla rete qualsiasi valenza comunicativa, altri la considerano strumento interattivo per eccellenza. In realtà anche l'utente comune ultimamente si è accorto che sulla rete "c'è posto per tutti", anche a costo zero. E allora se il blog lo fa la mia amica, perchè non devo farlo io? L'importante è esserci. La rete, tuttavia, manca di quelle regole che invece sono presenti in un consesso reale, oppure, se le regole ci sono, esse non vengono sempre rispettate. Alcuni forum seri impongono una "netiquette" ai suoi utenti, ovvero un serie di comportamenti educati e civili. Ho assistito personalmente a violente risse in un forum, e i moderatori hanno cacciato i maleducati. Pur tuttavia, anche e soprattutto con questi comportamenti eccessivi, la rete ha il pregio di far vedere uno straordinario spaccato dell'animo umano, dei modelli comportamentali degli individui e del loro modo di intendere l'interazione col prossimo.
Troppo spesso, infatti si nota che comunicare - sulla rete - diventa esternare, pontificare, glorificarsi, insultare, deridere, ammazzare il tempo... La comunicazione è un'attività complessa (e coraggiosa) perchè presuppone una volontà dichiarata di confronto. Se si decide tutti d'accordo di stare in un certo posto (reale o virtule) per confrontarsi, si devono concordare delle regole che devono essere condivise. Troppo spesso si vede gente che sbraita, offende, deride, perchè sa che può farlo in completo anonimato o dietro uno pseudonimo. Sulla rete ci si può "aggiudicare" un'esistenza, per quanto virtuale, al prezzo più basso possibile. Ecco perchè è così facile saltabeccare da una discussione all'altra, da un interlocutore all'altro, da un forum a un altro forum.
A conclusione di queste mie riflessioni, scritte di getto, ma che meriterebbero un approfondimento, cito una frase trovata in rete:

"la più grande miseria di Internet è la sua capacità di metterti il tuo prossimo a portata di mano, pur permettendoti di tenerlo perennemente a distanza."