La tavolette di sughero rappresentano la crosta terrestre (continenti e fondali oceanici), e qui si chiamano placche o zolle, (in tutto sono una quindicina), l'acqua è il mantello terrestre, uno strato di materiale vulcanico allo stato simifluido e più denso della crosta. La placche che formano la crosta terrestre hanno uno spessore medio di 30 Km e "galleggiano" sul mantello sottostante, più denso, cosi come le tavolette di legno galleggiano sull'acqua. Il mantello, coi suoi moti convettivi, trascina nel suo movimento le zolle soprastanti causandone l'allontanamento, lo scontro o lo slittamento.
La crosta terrestre è rigida e non può assorbire plasticamente gli sforzi localizzati lungo i margini delle zolle. O meglio, esiste una componente elastica che permette alle rocce di deformarsi e piegarsi … fino a un certo punto. Superato il limite di rottura, esse si spezzano, allo stesso modo con cui si spezza un ramo se tentiamo di piegarlo oltre un certo limite. La rottura avviene di solito lungo fratture preesistenti, chiamate faglie, e provoca il rilascio dell’energia elastica accumulata anche per molti secoli. Si genera in questo modo il terremoto, col suo susseguirsi di onde sismiche, che si irradiano in tutte le direzioni, raggiungendo anche la superficie terrestre. Il punto sotterraneo da cui si originano le onde sismiche si chiama ipocentro, mentre l’epicentro è il punto sulla superficie situato sulla verticale dell’ipocentro. Se le scosse sono molto violente, possono provocare il crollo di manufatti (ponti ed edifici), e causare frane e spaccature nel suolo. La zona Indonesiana si trova al margine di due grandi zolle attive, in collisione una con l'altra. Così si spiega l'origine dei violenti terremoti molto frequenti in quelle regioni.
Se l'ipocentro di un terremoto si trova sul fondo dell'oceano, lo slittamento improvviso di due blocchi lungo una frattura può mettere in movimento imponenti masse d'acqua che, a velocità elevata, e con onde che possono raggiungere i 30m di altezza, sono in grado arrivare su coste e spiagge lontane anche migliaia di chilometri, portando morte e devastazione. E' questa l’origine del maremoto o tsunami.
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