Da qualche giorno non si sente più parlare del vulcano Islandese Eyjafjallajökull, che per due settimane ha occupato le prime pagine dei giornali e telegiornali. L'eruzione del vulcano ha destato molto interesse, se non altro per le spettacolari immagini che ci ha lasciato. Tuttavia, i mass media hanno focalizzato la loro attenzione sui gravi danni economici che hanno subito le compagnie aeree, costrette a chiudere gli aereoporti a causa della nube che ha invaso i cieli di mezza Europa. Una maggiore informazione scientifica non sarebbe guastata, anche perchè l'Italia non può ritenersi tranquilla dal punto di vista dell'attività vulcanica. Purtroppo gli eventi catastrofici conseguenti a terremoti ed eruzioni vulcaniche non sono all'ordine del giorno, perchè i tempi geologici vanno valutati in decine di anni o secoli. In Italia pochi sono a conoscenza del fatto che nel Mar Tirreno esiste, sommerso, il più grande vulcano d'Europa.
Si chiama Marsili - 70 Km in lunghezza per 30 Km di larghezza - ma sembra che non preoccupi più di tanto, anche se è attivo e potrebbe esplodere da un momento all'altro, provocando un'onda di maremoto che in meno di 20 minuti devasterebbe la costa campana. Lo ha affermato qualche settimana fa Enzo Boschi, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in relazione a possibili eventi franosi lungo i versanti del vulcano sommerso.
«Il dato preoccupante è che le aree costiere italiane a rischio da tsunami, già individuate con vari studi, ancora non sono tutelate da interventi strutturali preventivi né da attive misure di monitoraggio, di didattica e protezione civile». Lo sostiene il prof. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del territorio dell'Università di Napoli. «Un altro dato preoccupante - prosegue Ortolani - è rappresentato dall'evidenza che ben 18 tsunami del passato (di diversa importanza) sono avvenuti nei mesi estivi, quando centinaia di migliaia di persone erano distribuite lungo le coste e le spiagge. Alla luce del recente allarme lanciato dall'Ingv mi sarei aspettato un tempestivo intervento da parte del governo, un'interpellanza parlamentare sui rischi, qualche azione per introdurre le necessarie precauzioni..."
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